Managerializzazione nelle PMI

Le Piccole e Medie Imprese (PMI), che rimangono il motore trainante della nostra economia, oggi si trovano ad affrontare sfide ambiziose e sempre più complesse. Sfide che però possono apparire a volte insormontabili per la ridotta capacità di visione strategica e l’insufficiente velocità di esecuzione da parte dei collaboratori dell’imprenditore.  In questo articolo, perciò, affronteremo l’importanza della managerializzazione nelle PMI.

Quasi sempre, nelle PMI le persone crescono su percorsi interni all’azienda, molto spesso denotando limiti nelle competenze e nell’approccio manageriale. 

Pertanto, se da un lato è condivisibile la volontà da parte dell’imprenditore di voler far crescere i propri leader dall’interno, apprendendo così dalla pratica quotidiana, ed in questo modo garantirsi una conoscenza approfondita del business, dall’altro il limite è che le competenze specifiche acquisite durante il percorso possono limitare la visione generale ed il pensiero strategico.  

È inequivocabile che quando le persone crescono professionalmente all’interno di un’organizzazione, c’è il pericolo di sviluppare una visione troppo focalizzata. I dipendenti spesso diventano esperti nella loro nicchia, ma mancano di una comprensione globale delle dinamiche aziendali.  

Un manager, invece, deve essere in grado di vedere il quadro complessivo, anticipare le tendenze del mercato e aiutare l’imprenditore nel prendere decisioni ben ponderate. 

Le competenze manageriali vanno quindi ben oltre le conoscenze tecniche specifiche. 

Rappresentano la capacità di gestire le risorse umane, di comunicare efficacemente, di prendere decisioni strategiche e di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. 

Nei contesti delle PMI, dove spesso le risorse sono limitate e la flessibilità è essenziale, queste competenze diventano ancor più determinanti. 

Un manager competente non solo comprende il proprio settore, ma è anche in grado di analizzare il panorama competitivo, identificare opportunità di crescita e sviluppare strategie a lungo termine. 

Le PMI devono investire nella crescita professionale dei loro leader, offrendo programmi di formazione che coprano una vasta gamma di competenze manageriali. 

Ciò deve includere necessariamente anche le cosiddette ‘soft-skill’, ossia quelle abilità necessarie per la corretta gestione del tempo, la comunicazione efficace, la leadership, la risoluzione dei problemi e la pianificazione strategica.  

Inoltre, incoraggiare lo scambio di esperienze e conoscenze tra i dipendenti, può contribuire a colmare il divario tra le competenze settoriali e quelle manageriali.  

Ormai sempre più spesso le aziende, per periodi di tempo limitati, affiancano ai propri dipendenti delle figure professionali esterne che, se da un lato intervengono direttamente per il raggiungimento dei risultati aziendali, dall’altro possono contribuire anche alla formazione delle risorse affiancandole nell’operatività quotidiana. 

Se è vero che una impresa ottiene maggior successo competitivo ed economico quando i ruoli, le competenze ed i processi risultano adeguati agli obiettivi prefissati, allora la verifica periodica dell’adeguatezza dell’organico diventa una priorità indifferibile

Anche per tali fini può essere di aiuto l’intervento di un manager esterno che saprà supportare efficacemente l’imprenditore nella verifica dell’adeguatezza organizzativa, grazie alla sua terzietà ed alla propria esperienza maturata nel tempo all’interno di differenti contesti aziendali. 

In sintesi: se la crescita interna è una componente fondamentale per il successo delle PMI, investire nella formazione continua dei propri collaboratori è un passo strategico che può fare la differenza tra il successo e la stagnazione.

Monium, attraverso il proprio servizio di Consulenza d’Impresa, accompagna l’imprenditore nelle fasi di revisione organizzativa e diffusione di un modello manageriale in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente alle sfide quotidiane che l’impresa si trova ad affrontare. 

Adeguati Assetti

Inquadramento normativo degli adeguati assetti. Con la recente modifica dell’articolo 2086 del Codice Civile, il panorama normativo delle imprese italiane è stato sottoposto a una significativa trasformazione, imponendo a ogni impresa, indipendentemente dalla propria dimensione o forma giuridica, di certificare l’adeguatezza dei propri assetti societari.  

Sebbene questa iniziativa rappresenti un passo avanti nella promozione della trasparenza aziendale, pone anche nuove sfide alle imprese, che devono ora interpretare e autocertificare la propria conformità. 

Ogni impresa è ora chiamata a dichiarare ufficialmente, durante la redazione del bilancio, che i propri assetti Organizzativi, Amministrativi e Contabili sono conformi ai requisiti normativi. Con questa iniziativa il legislatore mira a creare realtà aziendali più responsabili e con una maggiore supervisione e capacità di rendicontazione.

Il rischio legato alla dichiarazione: una pressione aggiuntiva per gli amministratori

La certificazione dell’adeguatezza degli assetti non è da considerarsi soltanto una formalità. Il legislatore ha introdotto un elemento di responsabilità significativo, mettendo a rischio gli amministratori in caso di dichiarazioni mendaci o omissive.  Questi ultimi sono ora infatti investiti di una responsabilità maggiore: dimostrare concretamente l’adeguatezza degli assetti per evitare potenziali future azioni di responsabilità.

L’assenza di una guida chiara e la necessità di interpretazione

L’assenza di una definizione chiara da parte del legislatore su come debbano essere gli adeguati assetti pone però le imprese di fronte a un enigma normativo.  Cosa significa, in concreto, essere adeguati sotto gli aspetti Organizzativi, Amministrativi, Contabili e più in generale in relazione al proprio modello di business?  

Questa ambiguità richiede agli amministratori di sviluppare un approccio interpretativo interno ed intraprendere un processo di autovalutazione complesso per garantire la conformità.

Il ruolo della consulenza: un contributo strategico

In questo contesto, molte imprese stanno esplorando l’opportunità di ricorrere a consulenti esterni specializzati. Questi ultimi, infatti, potendo offrire una analisi critica oggettiva e indipendente potranno aiutare le imprese ad interpretare la normativa in modo accurato e ad implementare le misure necessarie per garantire la conformità.

La consulenza esterna non solo semplifica il complesso processo di adeguamento normativo, ma offre anche un punto di vista obiettivo e competenze specializzate, così da importare nell’azienda cliente buone pratiche di governo di impresa. 

In sinergia con il commercialista, che per sua natura è rivolto maggiormente ad aspetti contabili piuttosto che organizzativo/gestionali, sarà importante farsi affiancare da professionisti competenti in aree quali la finanza di impresa, il controllo di gestione e l’analisi di processi e sistemi informativi. 

Come procedere alla verifica?  

Per poter analizzare una impresa nella sua interezza, occorre approfondire tematiche complesse, mantenendo sempre ben chiara la visione di insieme.  Per questo la realizzazione di un diagnostico di impresa può rivestire una importanza strategica.  

Con esso le imprese possono ottenere in tempi rapidi una fotografia oggettiva e dettagliata della situazione aziendale, e potranno agevolmente identificare le proprie aree di forza, quelle di debolezza e le potenziali opportunità di miglioramento. 

Un checkup aziendale, se ben eseguito, non solo mette in risalto inefficienze operative e sacche di improduttività, ma contribuisce significativamente a mitigare i rischi associati alla mancanza di adeguatezza degli assetti societari.  

Da precetto normativo a opportunità strategica 

In conclusione, l’adesione alla normativa sugli adeguati assetti non va vista esclusivamente come l’ennesimo onere normativo, ma come una opportunità strategica per utilizzare questo processo come catalizzatore per implementare miglioramenti operativi, anche al fine di promuovere una cultura aziendale più solida e sostenibile.  

In definitiva, è un’occasione unica per migliorare la salute economica dell’impresa.

Con il proprio servizio di Diagnostico per l’impresa, Monium affianca l’imprenditore nell’analisi dei principali fattori aziendali e lo accompagna verso l’adeguamento normativo.