Ruoli mansioni e mappatura delle competenze

Ruoli, mansioni e mappatura delle competenze sono aspetti fondamentali per il corretto funzionamento dell’organizzazione, in quanto contribuiscono attivamente alla realizzazione degli obiettivi aziendali e al miglioramento delle performance complessive, consentendo pertanto di massimizzare l’utilizzo delle competenze disponibili.

I ruoli sono le posizioni e le responsabilità assegnate ai membri di una organizzazione. 

In una PMI, dove le risorse sono spesso limitate, i collaboratori svolgono per abitudine o necessità molteplici attività non sempre in linea con gli obiettivi di funzione. Ogni ruolo invece dovrebbe essere definito in modo dettagliato, indicando le mansioni specifiche e le responsabilità associate, così da garantire una gestione del tempo efficace ed un ambiente lavorativo efficiente.  

Una puntuale definizione dei ruoli offre innegabili vantaggi, tra cui la riduzione di sovrapposizioni e conflitti tra i dipendenti, una maggiore responsabilizzazione e una migliore comprensione del contributo che ciascuno può fornire al successo dell’azienda. Inoltre, favorisce lo sviluppo di un ambiente lavorativo in cui ogni membro del team comprende appieno le proprie responsabilità e può concentrarsi sulla realizzazione degli obiettivi personali ed aziendali.

Il mansionario: uno strumento chiave per la gestione delle attività

Il mansionario, o elenco delle mansioni, è il documento che descrive le attività specifiche associate a ciascun ruolo all’interno di una organizzazione. Questo strumento fornisce la guida su cosa la direzione aziendale si aspetta da ciascun collaboratore e facilita l’individuazione delle competenze necessarie per svolgere con successo il proprio mandato.

Un mansionario ben fatto agevola inoltre la pianificazione delle risorse umane, consentendo all’azienda di identificare eventuali lacune di competenze e programmi di formazione mirati. 

In una PMI, dove flessibilità e adattabilità sono indispensabili, avere un mansionario dinamico che non ingessi la struttura consente all’organizzazione di rispondere prontamente ai cambiamenti del mercato e alle nuove sfide, oltre ovviamente ad eventi inattesi sull’operatività quotidiana.

L’importanza della corrispondenza tra ruoli e competenze

Un elemento chiave per il successo dell’impresa è la corrispondenza tra i ruoli aziendali e le competenze dei dipendenti. È fondamentale che ogni membro del team abbia le competenze necessarie per svolgere efficacemente le proprie mansioni. Quando le competenze sono allineate ai ruoli, si rileva un aumento della produttività, una maggiore soddisfazione dei dipendenti e una diminuzione degli errori operativi.

Investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze è importante per mantenere aggiornati i dipendenti e garantire che siano in grado di affrontare le sfide emergenti. 

Inoltre, la corretta corrispondenza tra ruolo e competenze favorisce la crescita individuale all’interno dell’organizzazione, determinando opportunità di carriera più chiare e un ambiente di lavoro in cui i talenti si sentono valorizzati. Con dipendenti formati e correttamente insediati nel ruolo si garantisce la crescita e la sostenibilità a lungo termine dell’organizzazione e si riducono fortemente demotivazione e frustrazione, due tra le principali cause di dimissioni che negli ultimi 2 anni ha preso il nome di “Great Resignation”, nella quale circa il 30% dei lavoratori italiani starebbe cercando attivamente un nuovo impiego (Fonte: Randstad Workmonitor 2023).

Oltre alla definizione dei ruoli e del mansionario, un efficace strumento per la gestione delle risorse umane è la mappatura delle competenze.

La mappatura delle competenze

La mappatura delle competenze è il processo strategico che prevede l’identificazione, la valutazione e la registrazione delle competenze necessarie per svolgere adeguatamente i diversi ruoli all’interno dell’organizzazione e perseguire efficacemente gli obiettivi aziendali.

Nel contesto di una PMI, dove le risorse crescono dal basso ed acquisiscono sul campo sempre maggiori responsabilità, diventa fondamentale garantire che il personale abbia le giuste abilità per rispondere alle sfide di un mercato in continua evoluzione. 

Quali sono le fasi della mappatura?

1.   Identificazione delle competenze necessarie allo svolgimento delle attività:

·   Analisi del contesto aziendale per individuare le competenze chiave richieste

·   Coinvolgimento dei responsabili e dei dipendenti per ottenere suggerimenti dal basso

2.   Valutazione delle competenze attuali:

·   Valutazione delle competenze tecniche e delle cd. ‘soft skills’ dei dipendenti

·   Analisi del gap tra le competenze necessarie e quelle attuali dei dipendenti

3.   Creazione di profili di competenza:

·   Definizione di profili di competenza per ciascun ruolo 

·   Utilizzo di strumenti come interviste, test e valutazioni per raccogliere dati

4.   Definizione di piani di sviluppo individuale: 

·   Identificazione di programmi di formazione e sviluppo per colmare eventuali lacune

·   Coinvolgimento dei dipendenti nel processo di crescita professionale

5.   Monitoraggio continuo: 

·   Valutazione periodica delle competenze per adattarsi ai cambiamenti organizzativi e di mercato 

·   Aggiornamento costante dei profili di competenza 

L’importanza delle Soft Skills nella mappatura delle competenze

Le soft skills giocano un ruolo cruciale nel determinare il successo dei dipendenti e, di conseguenza, dell’intera organizzazione. 

Le competenze relazionali, la comunicazione efficace, la capacità di problem-solving e la flessibilità sono solo alcune delle soft skills che possono fare la differenza.

Nella mappatura delle competenze, è essenziale porvi particolare attenzione. Ecco perché:

·     Team Collaboration: le competenze relazionali favoriscono una collaborazione efficace e contribuiscono a creare un ambiente di lavoro positivo

·     Leadership: skills come l’ambizione, il carattere, la motivazione e la proattività sono importanti per lo sviluppo di figure manageriali in azienda

·     Adattabilità: in un contesto in rapido cambiamento, la flessibilità e la capacità di interazione con i colleghi risultano preziose

·     Customer Relations: l’abilità nella gestione delle relazioni con i clienti (ma anche con i fornitori) è un elemento critico per il successo e la reputazione dell’impresa

In conclusione: investire nella valutazione accurata delle competenze, con particolare attenzione alle soft skills, è un passaggio fondamentale per costruire un team di successo e promuovere una crescita dell’organizzazione sostenibile nel tempo.

Monium, attraverso il proprio servizio di Consulenza d’Impresa, accompagna l’imprenditore nella verifica del capitale umano a disposizione dell’impresa e nella definizione di un mansionario specifico per le esigenze aziendali, così che la squadra risulti in grado di svolgere efficacemente le attività quotidiane e pronta per affrontare le sfide attuali e future. 

Managerializzazione nelle PMI

Le Piccole e Medie Imprese (PMI), che rimangono il motore trainante della nostra economia, oggi si trovano ad affrontare sfide ambiziose e sempre più complesse. Sfide che però possono apparire a volte insormontabili per la ridotta capacità di visione strategica e l’insufficiente velocità di esecuzione da parte dei collaboratori dell’imprenditore.  In questo articolo, perciò, affronteremo l’importanza della managerializzazione nelle PMI.

Quasi sempre, nelle PMI le persone crescono su percorsi interni all’azienda, molto spesso denotando limiti nelle competenze e nell’approccio manageriale. 

Pertanto, se da un lato è condivisibile la volontà da parte dell’imprenditore di voler far crescere i propri leader dall’interno, apprendendo così dalla pratica quotidiana, ed in questo modo garantirsi una conoscenza approfondita del business, dall’altro il limite è che le competenze specifiche acquisite durante il percorso possono limitare la visione generale ed il pensiero strategico.  

È inequivocabile che quando le persone crescono professionalmente all’interno di un’organizzazione, c’è il pericolo di sviluppare una visione troppo focalizzata. I dipendenti spesso diventano esperti nella loro nicchia, ma mancano di una comprensione globale delle dinamiche aziendali.  

Un manager, invece, deve essere in grado di vedere il quadro complessivo, anticipare le tendenze del mercato e aiutare l’imprenditore nel prendere decisioni ben ponderate. 

Le competenze manageriali vanno quindi ben oltre le conoscenze tecniche specifiche. 

Rappresentano la capacità di gestire le risorse umane, di comunicare efficacemente, di prendere decisioni strategiche e di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione. 

Nei contesti delle PMI, dove spesso le risorse sono limitate e la flessibilità è essenziale, queste competenze diventano ancor più determinanti. 

Un manager competente non solo comprende il proprio settore, ma è anche in grado di analizzare il panorama competitivo, identificare opportunità di crescita e sviluppare strategie a lungo termine. 

Le PMI devono investire nella crescita professionale dei loro leader, offrendo programmi di formazione che coprano una vasta gamma di competenze manageriali. 

Ciò deve includere necessariamente anche le cosiddette ‘soft-skill’, ossia quelle abilità necessarie per la corretta gestione del tempo, la comunicazione efficace, la leadership, la risoluzione dei problemi e la pianificazione strategica.  

Inoltre, incoraggiare lo scambio di esperienze e conoscenze tra i dipendenti, può contribuire a colmare il divario tra le competenze settoriali e quelle manageriali.  

Ormai sempre più spesso le aziende, per periodi di tempo limitati, affiancano ai propri dipendenti delle figure professionali esterne che, se da un lato intervengono direttamente per il raggiungimento dei risultati aziendali, dall’altro possono contribuire anche alla formazione delle risorse affiancandole nell’operatività quotidiana. 

Se è vero che una impresa ottiene maggior successo competitivo ed economico quando i ruoli, le competenze ed i processi risultano adeguati agli obiettivi prefissati, allora la verifica periodica dell’adeguatezza dell’organico diventa una priorità indifferibile

Anche per tali fini può essere di aiuto l’intervento di un manager esterno che saprà supportare efficacemente l’imprenditore nella verifica dell’adeguatezza organizzativa, grazie alla sua terzietà ed alla propria esperienza maturata nel tempo all’interno di differenti contesti aziendali. 

In sintesi: se la crescita interna è una componente fondamentale per il successo delle PMI, investire nella formazione continua dei propri collaboratori è un passo strategico che può fare la differenza tra il successo e la stagnazione.

Monium, attraverso il proprio servizio di Consulenza d’Impresa, accompagna l’imprenditore nelle fasi di revisione organizzativa e diffusione di un modello manageriale in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente alle sfide quotidiane che l’impresa si trova ad affrontare. 

Adeguati Assetti

Inquadramento normativo degli adeguati assetti. Con la recente modifica dell’articolo 2086 del Codice Civile, il panorama normativo delle imprese italiane è stato sottoposto a una significativa trasformazione, imponendo a ogni impresa, indipendentemente dalla propria dimensione o forma giuridica, di certificare l’adeguatezza dei propri assetti societari.  

Sebbene questa iniziativa rappresenti un passo avanti nella promozione della trasparenza aziendale, pone anche nuove sfide alle imprese, che devono ora interpretare e autocertificare la propria conformità. 

Ogni impresa è ora chiamata a dichiarare ufficialmente, durante la redazione del bilancio, che i propri assetti Organizzativi, Amministrativi e Contabili sono conformi ai requisiti normativi. Con questa iniziativa il legislatore mira a creare realtà aziendali più responsabili e con una maggiore supervisione e capacità di rendicontazione.

Il rischio legato alla dichiarazione: una pressione aggiuntiva per gli amministratori

La certificazione dell’adeguatezza degli assetti non è da considerarsi soltanto una formalità. Il legislatore ha introdotto un elemento di responsabilità significativo, mettendo a rischio gli amministratori in caso di dichiarazioni mendaci o omissive.  Questi ultimi sono ora infatti investiti di una responsabilità maggiore: dimostrare concretamente l’adeguatezza degli assetti per evitare potenziali future azioni di responsabilità.

L’assenza di una guida chiara e la necessità di interpretazione

L’assenza di una definizione chiara da parte del legislatore su come debbano essere gli adeguati assetti pone però le imprese di fronte a un enigma normativo.  Cosa significa, in concreto, essere adeguati sotto gli aspetti Organizzativi, Amministrativi, Contabili e più in generale in relazione al proprio modello di business?  

Questa ambiguità richiede agli amministratori di sviluppare un approccio interpretativo interno ed intraprendere un processo di autovalutazione complesso per garantire la conformità.

Il ruolo della consulenza: un contributo strategico

In questo contesto, molte imprese stanno esplorando l’opportunità di ricorrere a consulenti esterni specializzati. Questi ultimi, infatti, potendo offrire una analisi critica oggettiva e indipendente potranno aiutare le imprese ad interpretare la normativa in modo accurato e ad implementare le misure necessarie per garantire la conformità.

La consulenza esterna non solo semplifica il complesso processo di adeguamento normativo, ma offre anche un punto di vista obiettivo e competenze specializzate, così da importare nell’azienda cliente buone pratiche di governo di impresa. 

In sinergia con il commercialista, che per sua natura è rivolto maggiormente ad aspetti contabili piuttosto che organizzativo/gestionali, sarà importante farsi affiancare da professionisti competenti in aree quali la finanza di impresa, il controllo di gestione e l’analisi di processi e sistemi informativi. 

Come procedere alla verifica?  

Per poter analizzare una impresa nella sua interezza, occorre approfondire tematiche complesse, mantenendo sempre ben chiara la visione di insieme.  Per questo la realizzazione di un diagnostico di impresa può rivestire una importanza strategica.  

Con esso le imprese possono ottenere in tempi rapidi una fotografia oggettiva e dettagliata della situazione aziendale, e potranno agevolmente identificare le proprie aree di forza, quelle di debolezza e le potenziali opportunità di miglioramento. 

Un checkup aziendale, se ben eseguito, non solo mette in risalto inefficienze operative e sacche di improduttività, ma contribuisce significativamente a mitigare i rischi associati alla mancanza di adeguatezza degli assetti societari.  

Da precetto normativo a opportunità strategica 

In conclusione, l’adesione alla normativa sugli adeguati assetti non va vista esclusivamente come l’ennesimo onere normativo, ma come una opportunità strategica per utilizzare questo processo come catalizzatore per implementare miglioramenti operativi, anche al fine di promuovere una cultura aziendale più solida e sostenibile.  

In definitiva, è un’occasione unica per migliorare la salute economica dell’impresa.

Con il proprio servizio di Diagnostico per l’impresa, Monium affianca l’imprenditore nell’analisi dei principali fattori aziendali e lo accompagna verso l’adeguamento normativo.