Scoprire i rischi nascosti delle imprese con i criteri ESG

Ad oggi, l’analisi ESG (Ambiente, Sociale e Governance) è diventata un approfondimento cruciale nella valutazione delle opportunità di investimento, soprattutto nello studio di un’impresa e della sua capacità di generare rendimenti a medio e lungo termine. I criteri e il rating ESG offrono, infatti, una diversa ed ulteriore prospettiva per scoprire i rischi nascosti di un’azienda che i dati finanziari tradizionali, economici e patrimoniali spesso non riescono a mettere in luce.

In questo articolo esploreremo come i criteri ESG e il rating ESG possono contribuire a una valutazione più completa delle imprese e, come questa tipologia di informazione, possa aiutare a prendere decisioni maggiormente ponderate.

I dati finanziari tradizionali e i 3 pilastri ESG

I dati finanziari tradizionali, come i bilanci e i rendiconti, sono documenti fondamentali per comprendere la performance economica di un’impresa. Tuttavia, essi forniscono solo una parte della storia presente e futura dell’azienda.

Molti fattori chiave, come l’impatto ambientale delle attività, il processo produttivo, il coinvolgimento con le comunità locali, la gestione dei rischi legati alla sostenibilità e l’efficacia della governance interna non emergono chiaramente dai dati finanziari che esprimono, con più facilità. la solidità dell’azienda legata a costi e ricavi.

Inoltre, i bilanci possono presentare facilmente un’immagine dell’attività più favorevole di quella reale, lasciando gli investitori vulnerabili a rischi non individuabili dai soli dati finanziari.

Prima di entrare nel dettaglio dei rischi che si possono rilevare attraverso un’attenta valutazione del rating ESG, diamo una breve definizione dei tre pilastri sui quali si basa il criterio di analisi:

ambiente: esamina l’impatto ambientale dell’attività aziendale, inclusi gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio, l’utilizzo responsabile delle risorse naturali e la gestione dei rifiuti;
sociale: valuta il coinvolgimento dell’impresa con le comunità in cui opera, le pratiche di gestione delle risorse umane, l’inclusione, la diversità, la sicurezza dei dipendenti e il rispetto dei diritti umani;
governance: analizza la struttura di “governo” dell’impresa, l’indipendenza del consiglio di amministrazione, le politiche di remunerazione degli amministratori e le pratiche di trasparenza e responsabilità.

Per investire in modo ponderato è necessario guardare e comprendere come un’impresa gestisce i rischi legati a questi tre aspetti, poiché essi possono influenzare la sostenibilità a lungo termine e il valore dell’azienda stessa.

Come utilizzare il rating ESG per scoprire le aziende potenzialmente a rischio

Per valutare l’impatto di un’impresa sull’ambiente, le società e le aziende specializzate in elaborazione e assegnazione di rating assegnano un parametro “meritocratico” denominato rating ESG. Questo punteggio numerico rappresenta una valutazione qualitativa che riflette quanto un’azienda aderisce a tali principi. Ogni fornitore può utilizzare metodi diversi per assegnare il rating, ma tutti si basano sempre sui tre pilastri sopra elencati.

Il rating ESG offre ai consulenti finanziari ed investitori una visione sintetica e comparabile delle prestazioni di diverse imprese rispetto ai criteri ESG. Questo consente di identificare le attività che si distinguono positivamente o meno nel settore, mostrando un impegno più forte o trascurabile nella sostenibilità e il coinvolgimento responsabile.

Quali sono i rischi nascosti che può individuare il rating ESG?

Vediamo nel dettaglio quali sono i rischi principali che il rating può mettere in luce cercando di comprendere anche l’impatto sui ricavi aziendali.

rischi ambientali: dai dati finanziari, un’impresa potrebbe sembrare apparentemente solida, ma nascondere invece gravi rischi ambientali. Un’impresa del settore energetico, ad esempio, potrebbe essere dipendente da fonti di energia fossile particolarmente inquinanti, esponendola a futuri rischi normativi e di reputazione legati al cambiamento climatico. Un rating ESG potrebbe rivelare questi rischi, fornendo un’immagine chiara delle politiche ambientali dell’azienda, dei suoi sforzi per ridurre l’impatto ambientale e della transizione verso fonti di energia più pulite;
rischi sociali: i dati finanziari potrebbero non riflettere adeguatamente i rischi sociali associati alle pratiche di gestione delle risorse umane e alle relazioni con la comunità. Un’azienda con scarsa gestione del capitale umano potrebbe affrontare costi più elevati legati all’alta rotazione dei dipendenti o a controversie legali inerenti alla sicurezza e alle condizioni di lavoro. Un rating ESG può mettere in luce questi problemi sociali e offrire un’analisi più approfondita dell’impatto sociale dell’azienda;
rischi di governance: i dati tradizionali potrebbero non rivelare le problematiche di governance interne di un’impresa, come conflitti di interesse tra dirigenti e azionisti, mancanza di trasparenza nelle decisioni chiave o debolezze nella struttura di governo. Questi fattori possono influenzare la stabilità e la fiducia nell’impresa nel lungo termine. Un rating ESG può evidenziare tali rischi di governance, consentendo di valutare meglio la qualità della gestione aziendale;
responsabilità e vantaggio competitivo: l’integrazione dei criteri ESG nelle decisioni di investimento non solo aiuta a prendere decisioni più informate, ma può anche influenzare positivamente il comportamento delle imprese stesse. Le aziende che dimostrano un forte impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale tendono ad attirare più investimenti e a guadagnare un vantaggio competitivo, poiché gli investitori premiano maggiormente quelle che si adoperano per avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

Come la consulenza finanziaria può utilizzare il rating ESG per scoprire aziende potenzialmente a rischio

Vediamo adesso alcuni step utilizzati nella consulenza finanziaria, sensibile a tali parametri di valutazione complementare, atti a sfruttare il rating ESG per identificare tali rischi e prendere decisioni migliori insieme ai propri clienti:

identificare le aree di debolezza: individuare le aree di debolezza ESG nelle aziende analizzate, gli aspetti sociali, di governance e ambientali in cui l’impresa potrebbe essere particolarmente a rischio;
confrontare con il settore di riferimento: confrontare i punteggi ESG delle aziende con quelli delle imprese appartenenti al settore di riferimento, aiuta a capire se un’attività è in linea con le sue controparti o se è significativamente indietro. Le aziende che si posizionano nettamente al di sotto del settore potrebbero essere considerate a rischio rispetto ai competitor più sostenibili;
valutare il rischio potenziale: alla luce delle informazioni raccolte viene valutato il rischio potenziale di ciascuna azienda. Un basso punteggio ESG potrebbe indicare rischi ambientali, sociali o di governance, che possono avere implicazioni finanziarie negative nel lungo termine. Il consulente deve considerare come questi rischi potrebbero impattare il portafoglio dei suoi clienti;
considerare l’impatto sui rendimenti finanziari: diversi studi hanno dimostrato come un forte rating ESG può essere correlato a migliori performance finanziarie a lungo termine e a un minor rischio di investimento. Questo può aiutare il consulente a creare portafogli più sostenibili e resilienti.

I criteri ESG e il rating ESG sono strumenti potenti che consentono di andare oltre ai dati finanziari tradizionali e integrarli con informazioni aggiuntive per scoprire rischi nascosti e valutare il vero impatto delle imprese sull’ambiente, la società e la governance. Questa prospettiva più completa aiuta a prendere decisioni più ponderate, a ridurre il rischio di investimento e a sostenere le aziende che adottano pratiche sostenibili.

Monium è sensibile e focalizzata ai parametri ESG delle imprese, in modo da interpretare al meglio i dati derivanti dalle indagini eseguite e implementarli nelle valutazioni finanziarie tradizionali per garantire il migliore approccio possibile alle scelte di investimento. Una visione più ampia e maggiori dati ci consentono di comprendere, in modo più accurato, l’andamento aziendale e la direzionalità intrapresa dalla governance, per evitare di incorrere in rischi sconosciuti e non prevedibili attraverso i dati finanziari tradizionali. Questo approccio è integrativo rispetto ai nostri abituali studi e processi decisionali di investimento.

Dalla Silver alla Longevity Economy: come la consulenza può guidarti in una vita più lunga

Viviamo in un’epoca in cui l’invecchiamento della popolazione sta ridefinendo molti aspetti della nostra società, compresa l’economia. Da una Silver Economy, orientata principalmente alla salute, stiamo assistendo a una trasformazione verso una Longevity Economy che abbraccia una visione più ampia e dinamica della terza e quarta età. Questa transizione offre non solo sfide ma anche significative opportunità, e la consulenza finanziaria riveste un ruolo chiave nell’aiutare le persone a navigare in questa nuova realtà.

In questo articolo esamineremo da vicino il passaggio dalla Silver alla Longevity Economy e come una consulenza finanziaria adeguata può essere la chiave per affrontare una vita più lunga con successo. Scopriremo le sfide e le opportunità di questo cambiamento di paradigma economico e come un approccio finanziario professionale può guidarci verso una vita più lunga e prospera.

Il panorama europeo ed italiano

Secondo i dati Eurostat, nel 2020 gli over 65 rappresentavano già il 20% della popolazione dell’intera Unione Europea, con una tendenza in crescita che potrebbe portare questa percentuale al 30% in meno di 40 anni. In Italia il 23% della popolazione è già considerata anziana e le previsioni dell’Istat indicano che questo numero potrebbe aumentare fino al 35% entro il 2050. Questi dati evidenziano chiaramente l’impatto significativo dell’invecchiamento della popolazione sulla società e sottolineano l’importanza di adottare un approccio finanziario adeguato ad affrontare le sfide e le opportunità del contesto.

L’emergere della Longevity Economy: ridefinire il ciclo di vita

Nel corso degli ultimi decenni il concetto di Silver Economy è emerso come una risposta economica alla crescente popolazione anziana. Focalizzata principalmente sulla salute e il benessere degli anziani, questa economia si è concentrata sull’offrire servizi e prodotti che rispondono alle esigenze delle persone sopra i 65 anni. Tuttavia, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un cambiamento significativo nel panorama economico legato all’invecchiamento della popolazione. La Silver Economy, sebbene ancora rilevante, sta lasciando spazio a una nuova era: la Longevity Economy. Questa transizione non è semplicemente una questione semantica, rappresenta un cambiamento fondamentale nell’approccio all’invecchiamento e alle opportunità ad esso associate. La Longevity Economy abbraccia una visione più ampia e diversificata della vita delle persone anziane, riconoscendo che essere anziani non è solo sinonimo di salute, ma anche di vitalità, passione e contributo alla società.

Una delle sfide principali di questa transizione riguarda la ridefinizione del ciclo di vita. Il tradizionale percorso che comprendeva studio, lavoro, famiglia e pensione sta diventando obsoleto in un contesto in cui le persone possono godere di una vita più lunga e in salute. Questo richiede una revisione fondamentale delle prospettive finanziarie individuali. La pianificazione finanziaria non può più limitarsi alla pensione, ma deve considerare decenni di attività lavorative, passatempi e passioni che potrebbero protrarsi ben oltre il periodo tradizionale di pensione.

Una visione finanziaria professionale

In questo scenario di cambiamento un elemento cruciale diventa l’adozione di un approccio finanziario professionale. Gli individui devono sviluppare una visione che non solo consideri il presente ma si estenda a un futuro che potrebbe durare molti anni. Gli obiettivi finanziari devono essere allineati con una visione a lungo termine, che prenda in considerazione il desiderio di esplorare nuovi orizzonti e perseguire progetti che potrebbero protrarsi a lungo.

Nell’era della Longevity Economy, la pianificazione diventa un elemento cruciale per garantire la sicurezza finanziaria e il benessere personale. Non ci si può più limitare a proiettare le proprie finanze solo fino alla pensione. La vita potrebbe protrarsi per molti anni dopo il pensionamento e, quindi, è essenziale sviluppare una strategia finanziaria che consideri decenni di attività lavorative, passatempi e progetti personali. La pianificazione a lungo termine richiede una visione chiara degli obiettivi finanziari e una strategia solida per raggiungerli. Richiede anche una maggiore flessibilità finanziaria: le persone anziane possono desiderare di continuare a lavorare, intraprendere nuove carriere o perseguire passioni a lungo accantonate. Questo richiede un approccio finanziario che consenta di adattarsi a situazioni in continua evoluzione. La flessibilità finanziaria implica una gestione oculata delle risorse e la capacità di apportare modifiche al piano finanziario conforme alle nuove esigenze e aspirazioni.

Gestire le spese sanitarie e ridurre il debito

Con l’invecchiamento la gestione delle spese sanitarie diventa un aspetto critico della pianificazione finanziaria. Le cure mediche possono diventare una parte significativa delle spese e, quindi, è essenziale pianificare in anticipo per coprire questi costi. L’acquisto di assicurazioni sanitarie a lungo termine e la creazione di un fondo per le spese mediche possono contribuire a garantire la sicurezza finanziaria nell’età avanzata. La gestione oculata delle spese sanitarie è fondamentale per preservare il proprio patrimonio e il benessere complessivo.
A questo si aggiunge un altro aspetto rilevante, ovvero la riduzione del debito, che è un passo fondamentale nella preparazione alla Longevità. Il peso del debito può diventare un fardello significativo in età avanzata, rallentando la capacità di godersi una vita prospera e attiva.

Conclusione: la chiave per una vita più lunga e prospera

In un’epoca in cui la demografia sta ridefinendo le fondamenta della nostra società, la transizione dalla Silver alla Longevity Economy rappresenta una sfida e un’opportunità straordinaria. Questo cambiamento di paradigma economico abbraccia una visione più ampia e inclusiva delle vite delle persone anziane, promuovendo l’idea che l’età sia sinonimo non solo di invecchiamento ma anche di crescita, scoperta e contributo.

In questo contesto, l’importanza di una consulenza finanziaria professionale emerge come un elemento cruciale per aiutare le persone a navigare attraverso questa nuova realtà. Non si tratta solo di piani finanziari, investimenti o rendimenti, ma di un cambiamento di mindset finanziario. La consulenza offre il sostegno necessario per ridefinire il ciclo di vita, adattarsi a un futuro più lungo e variegato e perseguire obiettivi che si estendono ben oltre la pensione.

Non è solo una questione di denaro, ma di possibilità, di realizzazione di sogni e di adattamento a un mondo in costante evoluzione. In questo contesto Monium è il faro che guida le persone in questa transizione, offrendo non solo competenze ma anche un approccio personalizzato che tiene conto delle aspirazioni individuali.

La crescita dei single: come affrontare le sfide finanziarie e previdenziali con la pianificazione

In Italia, è in corso una trasformazione demografica silenziosa ma significativa. I single, con il loro stile di vita indipendente, stanno crescendo rispetto alle famiglie tradizionali. L’ultimo rapporto dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha certificato un sorpasso demografico: i single costituiscono, ad oggi, il 33,2% della popolazione italiana. Questa crescente tendenza verso questa tipologia di vita non riguarda solo i giovani, ma coinvolge anche le persone in “età matura”, portando con sé tutta una serie di sfide e preoccupazioni previdenziali e finanziarie.

Le famiglie uni-personali, un termine che abbraccia una varietà di situazioni, come i single per scelta, i vedovi e i separati che non si sono mai risposati, costituiscono ormai un terzo del totale delle famiglie italiane, con un totale di 8.365.000 individui. Questa crescita è particolarmente evidente se confrontata con il periodo 2001-2002, quando le famiglie composte da un solo individuo erano significativamente meno
numerose. In questo articolo, esploreremo come queste persone, soprattutto i “single per scelta”, possono affrontare gli ostacoli patrimoniali e previdenziali specifici e come la pianificazione può svolgere un ruolo chiave nel garantire un futuro sicuro e stabile.

Sfide finanziarie e previdenziali dei “single per scelta”

La crescita del numero di single in Italia ha sollevato importanti questioni che meritano attenzione. Mentre le famiglie tradizionali spesso condividono spese e risorse, i single devono affrontare queste sfide da soli. Gli individui che non appartengono ad un nucleo familiare si trovano di fronte a una serie di ostacoli finanziari, previdenziali e successori, che richiedono una gestione oculata e una maggiore consapevolezza per garantire la stabilità economica e la sicurezza a lungo termine.

Ecco alcune delle principali preoccupazioni che i single potrebbero affrontare durante il loro ciclo di vita:

  1. Sicurezza economica in età avanzata: una delle principali sfide per i single riguarda la sicurezza economica. Senza un partner su cui fare affidamento, una persona può trovarsi ad affrontare la fine del ciclo di vita affidandosi solo alla propria pensione. Mentre le coppie spesso beneficiano di due rendite previdenziali, i single si trovano a usufruire esclusivamente della propria pensione, il che li rende
    economicamente vulnerabili. La pianificazione previdenziale e una pensione integrativa diventano quindi fondamentali per garantire un tenore di vita sostenibile, considerando, inoltre, l’aleatorietà dell’ammontare della rendita obbligatoria e del costo futuro della vita una volta arrivati in età pensionabile.
  2. Garantirsi cure mediche adeguate e preservare il proprio capitale umano: l’assicurazione sulla salute riveste un ruolo di particolare importanza per i single. Questa polizza non solo copre le spese mediche, ma è cruciale per prevenire il potenziale impatto devastante dei costi di assistenza sanitaria in età avanzata e proteggere parte del valore del proprio capitale umano nel corso della carriera lavorativa. La malattia può rappresentare un costo notevole, ed è necessario proteggersi da un onere finanziario eccessivo, garantendosi l’accesso a cure di qualità. Pertanto, è vitale pianificare il proprio piano assicurativo in modo attento.
  3. Pianificazione successoria: i single devono affrontare questioni di pianificazione ereditaria in modo unico. Molti potrebbero non avere figli o parenti stretti a cui lasciare i loro beni, il che rende essenziale la nomina di eredi o la creazione di un testamento. Senza una pianificazione adeguata, i beni vengono trasferiti agli eredi legali, anziché essere distribuiti secondo i propri desideri, non rispettando quindi il reale volere della persona.
  4. Solitudine e benessere emotivo: La solitudine, soprattutto quando si oltrepassa la “media età” può avere un impatto significativo sulla salute emotiva e psicologica di una persona. Questo può influenzare la capacità di prendere decisioni finanziarie adeguate e può portare a comportamenti impulsivi o irrazionali. La gestione delle sfide finanziarie richiede anche una gestione attenta del benessere emotivo e il supporto di professionisti che possano, in modo oggettivo, consigliare con imparzialità e competenza.

Il ruolo della consulenza finanziaria nell’Economia dei Single

Nel contesto di questa crescente demografia di single in Italia, la consulenza emerge come un “faro guida” essenziale per affrontare le sfide finanziarie e previdenziali uniche che accompagnano questa realtà. Come abbiamo visto, i single si confrontano con questioni complesse che variano dalla sicurezza economica in età avanzata all’assicurazione sulla salute, dalla pianificazione successoria alla gestione delle spese quotidiane, senza dimenticare il benessere emotivo.

La consulenza finanziaria, attraverso una valutazione accurata delle esigenze individuali, offre una serie di strumenti e strategie personalizzate per affrontare questi ostacoli, oltre a consentire una pianificazione previdenziale mirata, con un’attenzione particolare alla protezione del capitale umano, al raggiungimento degli obiettivi personali e alla gestione dei costi sanitari in età avanzata. Inoltre, aiuta a creare piani successori che rispecchino i desideri del cliente, evitando potenziali problemi.

Oltre a questo, il supporto emotivo e l’educazione finanziaria sono componenti fondamentali del lavoro svolto dai consulenti finanziari, contribuendo a garantire che i single prendano decisioni finanziarie informate e mantengano un corretto equilibrio emotivo. In un’epoca in cui i single stanno diventando una parte sempre più rilevante della società, la consulenza finanziaria gioca un ruolo cruciale nell’aiutare queste
persone a pianificare un futuro finanziariamente sicuro e ad affrontare le sfide con fiducia.

Il valore del Capitale Umano: un asset del patrimonio da tutelare

Nell’economia moderna, il concetto di “Capitale Umano” è diventato un tema centrale e imprescindibile. Si riferisce alla “somma delle conoscenze, competenze, abilità ed esperienze che un individuo possiede e che contribuiscono al suo potenziale produttivo, oltre al valore aggiunto che può apportare alle organizzazioni e alla società nel suo complesso”. Il capitale umano è una risorsa preziosa, ma misurarne il valore reale e proteggerlo si può rivelare una sfida complessa. In questo articolo approfondiremo questo vero e proprio asset patrimoniale, quali sono le sue caratteristiche e come può essere protetto.

Le 4 dimensioni del capitale umano

Il capitale umano si sviluppa attraverso diverse dimensioni, ognuna delle quali contribuisce a determinare il valore dell’individuo in ambito lavorativo e sociale. L’analisi delle dimensioni aiuta a comprendere meglio la definizione di “capitale umano” e fare un passo avanti nella comprensione del suo reale valore come asset.

Innanzitutto, le conoscenze e competenze acquisite tramite l’istruzione formale e l’apprendimento esperienziale sono aspetti fondamentali per incrementare il valore del “capitale umano”. Questa dimensione permette ad un individuo, con una solida base di conoscenze e competenze, di rispondere in modo più efficace alle esigenze del mercato del lavoro e contribuire in modo significativo al progresso dell’organizzazione in cui lavora.

Le abilità e le capacità personali giocano poi un ruolo cruciale. La flessibilità, la capacità di adattarsi ai cambiamenti e la propensione alla risoluzione dei problemi possono influenzare positivamente il rendimento. Questa dimensione, strettamente personale e innata, rafforza la dimensione precedente incrementando in modo esponenziale il valore umano creato nel corso del tempo.

L’esperienza è un altro elemento essenziale del capitale umano. Attraverso l’accumulo di esperienza nel corso degli anni, un individuo può acquisire competenze più avanzate e sviluppare un’expertise che lo renderanno più prezioso e ambito.

Non da meno, le attitudini e le motivazioni influenzano il rendimento lavorativo e il risultato. Delle attitudini positive come: l’intraprendenza, la proattività e la motivazione, possono favorire la collaborazione, la creatività e il raggiungimento degli obiettivi.

La difficoltà di valutazione del capitale umano

Sebbene il concetto di capitale umano sia facilmente comprensibile, valutarne il valore reale è una questione più complessa. A differenza delle risorse materiali, il capitale umano non può essere misurato basandosi su una sola dimensione.

Le misure tradizionali spesso si concentrano su aspetti quantificabili come il livello di istruzione, l’esperienza lavorativa e le competenze certificate, ovvero alcune delle “hard skills” viste in precedenza. Questi elementi forniscono indubbiamente informazioni importanti, ma trascurano aspetti cruciali come la creatività, la capacità di problem-solving, la resilienza e le attitudini personali, ovvero tutte le soft skill e competenze trasversali derivanti dalla abilità, attitudini e capacità personali che permettono di crescere nell’attività lavorativa e migliorare la propria carriera professionale.

Inoltre, alcuni dei principali aspetti del capitale umano, come la motivazione, possono essere più difficili da misurare. Questi elementi sfuggono spesso alle tradizionali metriche quantitative, ma sono altrettanto importanti per valutare il valore di un individuo e il suo impatto sulla produttività e l’innovazione dell’organizzazione.

Come valutare il capitale umano?

La capacità di generare un elevato reddito e il tempo mancante alla pensione possono aiutarci in questa delicata valutazione . Entrambi hanno infatti un forte impatto sul valore del capitale umano.

Il capitale umano di un individuo è tanto più elevato quanto maggiore è il reddito ottenuto mediante il proprio lavoro e quanto più lungo è il periodo di attività lavorativa residua. Tale principio implica che un individuo in una posizione manageriale di alto livello guadagnerà inevitabilmente di più rispetto a un impiegato di basso profilo. Inoltre, un professionista giovane, con un considerevole numero di anni di reddito lavorativo futuro, avrà un capitale umano più elevato rispetto a una persona anziana con meno anni
di lavoro rimanenti.

Questo concetto potrebbe apparire irragionevole, poiché comunemente, sia in Italia che a livello globale, i redditi tendono ad aumentare con l’avanzare dell’età della persona. Tuttavia, quando si valuta il capitale umano, emerge che coloro che dispongono di un maggiore periodo di attività lavorativa futuro presentano un valore economico potenziale più elevato, pur potendo al momento guadagnare meno rispetto a individui con maggiore seniority.

Il capitale umano è quindi strettamente correlato all’attuale reddito derivante dal lavoro svolto e alle prospettive di reddito lavorativo futuro, rappresentando un fattore di notevole rilevanza nell’analisi della situazione economica di un individuo, tale da essere considerato un vero e proprio asset del patrimonio da tutelare.

Proteggere e tutelare il capitale umano dai rischi

Avere una carriera lavorativa ancora lunga prima di andare in pensione porta anche elevati rischi potenziali che conducono soprattutto all’interruzione dell’attività lavorativa. Data l’importanza del capitale umano, proteggere e tutelarsi diventa quindi una priorità. I rischi principali e individuabili sono sicuramente gli:

  • infortuni sul lavoro o malattie gravi che possono compromettere la capacità di un individuo di lavorare, riducendo così il reddito e l’opportunità di sviluppare ulteriormente le proprie competenze;
  • il decesso prematuro: che potrebbe interrompere bruscamente il potenziale reddito futuro, privando così se stesso e la sua famiglia delle opportunità finanziarie previste.

Questi sono rischi fondamentali da tutelare, ma non sono i soli. Non si possono, infatti, trascurare anche altri pericoli secondari che possono portare all’erosione del valore del capitale umano e che devono essere tutelati attraverso una corretta pianificazione finanziaria, ovvero:

  • alto livello di indebitamento: un eccessivo accumulo di debiti nel corso del tempo può comportare pesanti oneri, generando insicurezza finanziaria nonostante le entrate derivanti dall’alto reddito, rendendole quasi inefficienti e potenzialmente inadeguate;
  • scarsa gestione dei costi: una gestione incauta delle spese personali può portare a un’eccessiva dissipazione di risorse finanziarie, riducendo la disponibilità delle entrate ed erodendo il capitale in ingresso;
  • scarsa capacità di pianificazione finanziaria: la mancanza di una pianificazione finanziaria idonea e l’assenza di obiettivi definiti può portare a un uso inefficiente del reddito conseguito nel tempo.
  • pessima gestione delle scadenze e dei flussi finanziari: la gestione inadeguata delle scadenze dei pagamenti può comportare, anche in questo caso, momenti di difficoltà ed emergenza di cash flow.

Un consulente finanziario indipendente può svolgere un ruolo importante nel proteggere il capitale umano, fornendo consigli e strategie mirate per garantire e pianificare il benessere nel corso del tempo.

Monium può essere un prezioso alleato nel proteggere il tuo capitale umano. Attraverso una pianificazione finanziaria accurata e strategie mirate agli obiettivi è possibile, infatti, riequilibrare l’asset allocation patrimoniale, la situazione debitoria, i flussi e le scadenze, la tutela della salute personale e lavorativa.

Il capitale umano rappresenta un asset finanziario di inestimabile valore per ogni individuo. Le conoscenze, le competenze e le esperienze costituiscono il fondamento della capacità di generare reddito e di costruire la ricchezza personale nel corso della vita lavorativa. Il capitale umano va tutelato per massimizzarne il valore nel corso del tempo. Monium può svolgere un ruolo cruciale nell’aiutarti a proteggere il tuo capitale umano attraverso una pianificazione finanziaria personalizzata, l’assicurazione della persona, la gestione oculata degli investimenti e una formazione finanziaria adeguata.

Non trascurare il tuo capitale umano e proteggilo nel tempo!